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L’As­so­ci­azione degli avvo­cati pro­gres­sisti è sta­ta accusa­ta dalle autorità turche di essere col­le­ga­ta al Fronte riv­o­luzionario di lib­er­azione del popo­lo (DHKP‑C). Ebru Timtik, che ne era mem­bro, è sta­ta arresta­ta il 20 giug­no 2019 e con lei altri sette avvocati .

Il 15 otto­bre 2019 è sta­ta con­dan­na­ta a tredi­ci anni e sei mesi di carcere. Ave­va pre­sen­ta­to ricor­so con­tro la sen­ten­za, ma, in assen­za di qual­si­asi prospet­ti­va di revi­sione, nel 2020 Ebru Timtik ave­va inizia­to lo sciopero del­la fame, con lo scopo di ottenere un proces­so equo.

Ebru Timtik è mor­ta il 27 agos­to 2020, dopo 238 giorni di sciopero del­la fame.

Il 27 novem­bre 2020, il Con­siglio degli Ordi­ni foren­si d’Eu­ropa le ha con­fer­i­to a tito­lo pos­tu­mo il Pre­mio per i dirit­ti umani.

La poet­es­sa Del­phine Durand le rende omag­gio quii.

 

La morte dura a lungo

 

Ebru Timtik

 

Lei è così piccola

Che i suoi pie­di sono incon­sola­bili per i risveg­li notturni

Dove vuoi che vada

Il suo des­ti­no è il naufra­gio che fa tremare

Il peso delle nuvole

Cucio le sue vene con il lamen­to del vento

Arrossato di sangue

Ha l’in­no­cen­za di morire rac­coglien­do dei brividi

Il suo nome è pra­te­ria che galop­pa nel dolore

Sono venu­ti

Han­no ucciso

I cadav­eri rip­ie­gati come mantelli

I cor­pi stret­ti come amici

Il viso dell’orfana blu per i colpi

È quel­lo di un’im­per­a­trice del­la Cina

Trenta chili cir­con­dati dal silenzio

Si è ran­nic­chi­a­ta come uno scarabeo

Nelle mura

L’ho accol­ta come il sec­chio d’acqua fres­ca su un segreto

La neve è cadu­ta tra le sue sopracciglia

C’è la ruga che con­ver­sa con i morti

La notte vi bat­te con la sua ala

L’o­ra più bel­la è quel­la del­la dolcezza

Il sangue sogna

La mieti­tu­ra si fa col cal­cio del­la pistola

La fat­i­ca si impos­ses­sa del boia

Che sbri­ci­o­la le teste come zolle di terra

Lei è come il mez­zo­giorno nel­la voce del­la cascata

Lei ha solo un’ala che sbat­te di traverso

Lei dice

Ero mor­ta ed ecco­mi rinata

Sono il cer­vo del­la violenza

Il cam­po di man­dor­li e di frassini

Lei dice

Il mio coraggio

Mette ver­gogna all’abisso

Del­la stel­la strappata

Cosa sarebbe l’er­ba tagliata

Sen­za la sua cicatrice?

Traduzione di Liliana Ciorra
Centro culturale Berkin Elvan

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Delphine Durand
Poétesse
His­to­ri­enne de l’art, mys­tique, poète, lais­sons au pluriel mag­nifique les mots de l’invisible… Del­phine est ontologique­ment présente dans la seule per­durable présence de l’art. Après des études de théolo­gie et de philoso­phie, elle choisit l’histoire de l’art mais son cœur ner­va­lien l’entraine vers des univers fan­tas­ma­tiques et sauvages, et enfin la poésie où nous sommes tous libres.