In questo processo senza fine intorno al giornale oggi vietato, Özgür Gündem, il verdetto che riguarda Aslı Erdoğan potrebbe arrivare il 14 febbraio, il giorno di San Valentino, come annuncia ironicamente lei stessa in una lettera a coloro che l’hanno sostenuta dal 2016.
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Essendo Kedistan stato tra questi*, possiamo rimandarvi al dossier speciale che contiene tutte le peripezie giudiziarie di questo processo grottesco e dell’arresto di Asli, così come agli eventi che sono seguiti. Da qualche giorno, Aslı Erdoğan ha rilanciato un appello. È quindi importante rispondere insieme nel modo più esteso possibile e allertare di nuovo coloro che si erano già mobilitati* per la sua liberazione.
Questo ha già dato vita a delle pubblicazioni a cui, speriamo, si aggiungano queste firme, creando così visibilità per le autorità della Turchia e mostrando a coloro che sono ostaggio del regime che non sono stati* dimenticati*. Ecco quindi il comunicato di sostegno comune e le prime firme, raccolte in questi giorni da vari media francesi:
Solidarietà a Aslı Erdoğan !
Siamo a fianco di Aslı Erdoğan e degli altri* giornalisti* incolpati e dei.delle difensori* dei diritti umani perseguitati* in Turchia, per difendere la loro vita, la libertà di espressione e i diritti democratici.
Nei cinque continenti, nel 2016, artisti*, autori e autrici, intellettuali, difensori* dei diritti umani, associazioni, editori e editrici si sono mobilitati.e per esigere la liberazione della scrittrice Aslı Erdoğan, arrestata in Turchia il 16 agosto per aver scritto quattro articoli sul giornale Özgür Gündem.
Grazie alla mobilitazione, questa grande figura della democrazia del suo paese è uscita di prigione il 29 dicembre 2016. Ma ora che è in esilio, il processo contro di lei continua e ha improvvisamente accelerato.
Aslı Erdoğan è stata all’inizio accusata di ‘tentativo di distruzione dello Stato’, ‘appartenenza a organizzazione terrorista’ e ‘propaganda terroristica’, incriminazioni passibili di ergastolo.
Da un mese, la Procura ha rinunciato ai primi due capi di accusa ma ha mantenuto quello di ‘propaganda terroristica’. Ha chiesto una pena a 9 anni. E contro i/le redattori e redattrici in capo al giornale e a Eren Keskin, presidente del’Associazione per i diritti dell’Uomo, pene che vanno fino a 15 anni di prigione. Il 14 febbraio avrà luogo una nuova udienza, annunciata precipitosamente.
Ricordiamo che i quattro articoli di Aslı Erdoğan incriminati sono stati pubblicati nel 2016 su un giornale legale, Özgür Gündem, che, anche se poi è stato vietato, non è mai stato perseguito per queste pubblicazioni. Questi stessi articoli sono stati pubblicati e editi in diverse lingue e su vari mezzi di informazione, e sono stati letti pubblicamente.
Siamo allora tutti* complici di ‘propaganda terroristica’? “La Turchia ha lanciato una guerra totale contro i Diritti umani, la letteratura e peggio ancora la COSCIENZA”, ci scrive Aslı Erdoğan lanciando un appello alla solidarietà.
Noi firmatari* chiediamo di condannare in tutte le forme possibili questo attacco diretto e inaccettabile alla libertà di espressione e ai diritti democratici. Chiediamo la solidarietà a Aslı Erdoğan e agli/alle altri* accusati* in questo processo, e in generale a tutte le donne coraggiose minacciate oggi, come a tutti* coloro che, in Turchia, continuano a esprimersi a rischio della loro libertà.
Questo appello è stato lanciato da Alliance des Femmes pour la Démocratie, Éditions des femmes-Antoinette Fouque e dalla redazione di Kedistan.
Potete firmare la petizione a questo link
Primi firmatari:
ActuaLitté (la rédaction), Laure Adler (journaliste), Joseph Andras (écrivain), Igor Babou (universitaire), Ella Balaert (écrivaine), Sophie Bassouls (photographe), Anne Emmanuelle Berger (universitaire), Gérard Biard (journaliste), Dominique Blanc (comédienne), Joyce Blau (Professeur émérite), Izabella Borges (universitaire, traductrice), Paule du Bouchet (écrivaine, éditrice), Sophie Bourel (comédienne), Sonia Bressler (philosophe, présidente de l’AFFDU), Carmen Castillo (cinéaste), Chantal Chawaf (écrivaine), Hélène Cixous (écrivaine), Etienne Copeaux (historien), Marie Darrieussecq (écrivaine), Zehra Doğan (artiste, écrivaine), Alicia Dujovne Ortiz (écrivaine), Annie Ernaux (écrivaine), mouvement FEMEN, Dominique Grange (chanteuse engagée), Sterenn Guirriec (comédienne, metteuse en scène), Bülent Gündüz (cinéaste), H/F Île de France, Hijos Paris, Francesca Isidori (journaliste, directrice artistique), Sylvie Jan (France-Kurdistan), Emmanuel Lascoux (helléniste), Philippe Le Duc (artiste scénographe), Joëlle Le Marec (universitaire), Nathalie Léger-Cresson (écrivaine), Lio (chanteuse, actrice), Catherine Malard (le dire et l’écrire), Carole Mann (sociologue, Women in war), Valérie Manteau (écrivaine), Claire Mauss-Copeaux (historienne), Mengue M’Eyaà (présidente Mouvement civique des femmes du Gabon), Jacqueline Merville (écrivaine, artiste), Daniel Mesguich (acteur, metteur en scène), Ümit Metin (l’ACORT), Anna Mouglalis (actrice), Kendal Nezan (Président de l’Institut kurde de Paris), Cécile Oumhani (écrivaine), Denis Péan de Lo’jo (musicien), PEN club français, Emmanuel Pierrat (avocat, écrivain), Titi Robin (musicien), Agnès Rosenstiehl (écrivaine, illustratrice), Tony Rublon (amitiés kurdes de Bretagne), Fabienne Servan Schreiber (productrice de films), Tardi (auteur, dessinateur), Marina Vlady (actrice), Catherine Weinzaepflen (écrivaine), Laurence Zordan (philosophe, écrivaine).
Tradotto da Eliana Como